L’iconografia del rovescio della moneta, raffigurata nella pagina precedente, è comune a molte emissioni auree del tardo impero romano e del principio di quello bizantino. In quest’ultimo periodo essa non era altro che la trasformazione di due diverse immagini diffuse nella monetazione aurea imperiale, ovvero quella dell’imperatore romano, raffigurato nell’atto di schiacciare il barbaro nemico, con in mano una vittoriola e lo stendardo imperiale e quella della personificazione della vittoria con lunga asta cruciforme.
Questa immagine prese piede nella seconda metà del IV secolo d.C. e venne mantenuta tale per circa un secolo
quando poi, con la totale cristianizzazione dei territori imperiali, fu sostituita appunto dalla figura alata dell’angelo reggente un’asta terminante con cristogramma ed un globo crucigero (simbolo di dominio universale). Questo tipo di raffigurazione rimase in uso fino agli inizi del VII secolo nella monetazione bizantina e voleva rappresentare la forza del culto cristiano ed inneggiare anche simbolicamente alla vittoria degli imperatori sulle forze nemiche. In epoca longobarda era assai in uso nell’oreficeria di questo popolo la moda di utilizzare monete auree circolanti come pendenti ed il fatto che per questa collana siano stati utilizzati dei solidi bizantini, è testimonianza essenziale dell’ampia diffusione che questa moneta arriva in tutti i territori imperiali e non di oriente e occidente, dal momento in cui era rimasta, con la dissoluzione dell’impero romano d’occidente, l’unico nominale in oro in circolazione. I longobardi poi, nella loro monetazione, riprenderanno questo tipo di immagine sostituendola però con l’arcangelo Michele, da loro considerato un santo “guerriero”.
Impero Bizantino
Giustiniano I (527-565 d.C.)
Solido in oro della zecca di Costantinopoli (3° officina).
D/ Busto frontale dell’imperatore in armatura.
R/ Angelo stante con globo crucigero nella sinistra e asta
sormontata dal ChiRo nella destra, nell’esergo CONOB
(Constantinopoli Obryzum: oro puro di Costantinopoli).